Aprile 2022: Lorenzo Dickmann, Most Improved Player
In questa edizione della newsletter: una rapidissima carrellata sull'ultimo mese e un'intervista in esclusiva a Lorenzo Dickmann tra SPAL, freccette, pagelle e tutto il resto
Salve,
se leggi questa mail è perché ti interessa sapere cosa combina LoSpallino.com. Non preoccuparti, non ne riceverai molte: appena una al mese, di norma entro la prima decade del mese perché la nostra attività è ricominciata lo scorso 8 settembre 2021 dopo una pausa di qualche mese che ci ha visti entrare nell’orbita di un editore al quale siamo piuttosto grati.
Dalla puntata precedente della newsletter sono successe un altro po’ di cose. La SPAL non è riuscita a vincere una singola partita (3 pareggi, 3 sconfitte) e questo ha tenuto in sospeso il conseguimento della salvezza, prerogativa fondamentale per iniziare la programmazione di una stagione 2022/2023 che Joe Tacopina ha già ampiamente infarcito di aspettative.
Nell’edizione che leggerai oggi c’è un solo contenuto in esclusiva, ma che ha richiesto una buona dose di tempo e impegno. Si tratta di un’intervista in esclusiva a Lorenzo Dickmann. L’esterno milanese, arrivato a Ferrara nell’estate 2018 con la SPAL in serie A, può essere definito il “Most Improved Player” del 2022 tra i biancazzurri, ovvero il giocatore che è migliorato di più da una stagione all’altra, prendendo in prestito un concetto che viene dal mondo del basket NBA.
Oltre a questo Dickmann di recente è anche diventato un appassionato di freccette (!), al punto tale da essere menzionato di frequente (assieme ad altri compagni di squadra) nelle telecronache di Dazn relative agli eventi di questa disciplina. Per cui ci è sembrato interessante sederci al tavolo con lui - grazie alla collaborazione dell’ufficio stampa - per provare ad approfondire un po’ i suoi pensieri. Buona lettura!
Il giovane vecchio Dickmann
di Alessandro Orlandin
[Lorenzo Dickmann in azione durante SPAL-Cremonese, in una foto di Filippo Rubin]
In base alle pagelle della stampa che i giocatori spesso affermano di non leggere (salvo poi farlo regolarmente) Lorenzo Dickmann risulta essere il giocatore della SPAL più bravo nel migliorare la propria media voto tra girone d’andata e quello di ritorno, passando da un poco invidiabile 5,83 a un bel 6,28. Una sufficienza piena (6,05) che lo colloca al 7° posto in classifica generale dei cronisti - al primo c’è Viviani con 6,44 - e 4° in quella delle Pagelle-fai-da-te de LoSpallino.com.
Ma il miglioramento non è tutto lì, almeno non per i parametri misurabili. In base ai dati di WyScout l’esterno ha fatto registrare progressi in numerose voci statistiche, quando mancano ancora quattro partite da giocare:
- azioni totali riuscite (+1,9%)
- reti segnate (+2)
- precisione dei tiri in porta (+10,8%)
- xG (Expected goals) +0,86
- precisione dei cross (+2,7%)
- duelli difensivi vinti (+3,4%)
- numero di palle recuperate (+73)
In rosa ci sono 14 calciatori più anziani di Dickmann, ma è il quarto per numero di presenze totali con la maglia biancazzurra (73), dietro a Finotto, Mora e Vicari. Tutti e tre reduci dei tempi della promozione in serie A che ora sembrano così lontani.
È anche terzo per numero di minuti giocati (2.350): solo Capradossi e Mancosu ne hanno accumulati di più. Un inno all’affidabilità. Magari avere un cognome che sa di trattore tedesco che non si guasta mai un po’ aiuta.
Lorenzo, in un contesto scolastico passare da una media di 5,83 a una di 6,28 sarebbe considerato un salto di qualità notevole.
”A scuola di sicuro non ci riuscivo a farlo (ride, ndr). Nel calcio però ci sono tanti fattori che portano a un miglioramento personale nella seconda parte di stagione. Prima però bisogna dire che siamo all'interno di un'annata non semplice, principalmente perché ci aspettavamo cose differenti. Siamo una squadra complessivamente giovane e che ha schierato in assoluto più Under 21. Non è facile per alcuni ragazzi integrarsi in un gruppo che inizialmente puntava a fare qualcosa in più della salvezza e invece si è ritrovato ancora in sospeso a quattro giornate dalla fine. Questa situazione non è bella per nessuno. Io non sono più un giovane, per cui mi è venuto spontaneo caricarmi maggiormente delle responsabilità come hanno fatto anche altri compagni più esperti. In certe partite, grazie all'esperienza, c'era da togliere un po' di pressione ai giocatori meno abituati a certe situazioni”.
[Dickmann in azione, ritratto da Damiano Fiorentini]
Il tuo miglioramento sembra essere coinciso col cambio di allenatore. Dipende dalle consegne o dalla consapevolezza di poter fare anche scelte diverse in campo?
”Sicuramente sento di poter fare anche cose diverse, in fondo si tratta di due stili ben distinti e penso che le differenze siano molto evidenti. Mister Venturato mi ha dato una mano, però c'è stata anche una grossa componente di volontà per provare ad aiutare aiutare la squadra a superare una fase difficile”.
Si tratta quindi di una consapevolezza che viene dalla tua maturazione umana e di conseguenza calcistica?
”Magari nelle altre annate non sono andate come le volevo, eccezion fatta per quella a Verona col Chievo in cui mi è sembrato di aver fatto bene e con la squadra ci siamo tolti la soddisfazione di una semifinale playoff. Quest'anno ho cercato di trovare continuità e forse ora la sto trovando. Spero tanto di proseguire così. In questo momento riesco a essere costante in quello che faccio sia in attacco sia in difesa. Prima ero più altalenante”.
L’anno scorso, proprio in base alle tue prestazioni col Chievo, ci si aspettava molto da te e invece le cose non sono andate proprio alla grande.
”Sì, magari non sono stato all'altezza delle aspettative. Anche se lo scorso campionato è stato complessivamente difficile per tutti e io ho giocato un po' meno rispetto alla stagione attuale. C'erano tanti esterni, sia di difesa (Sernicola), sia d’attacco (D’Alessandro e poi Strefezza) e di conseguenza molta concorrenza”.
In questi anni è cambiata anche la tua collocazione, tra compiti da esterno di centrocampo a 5 e di terzino nel sistema a 4.
”Cambiano i compiti difensivi, ma poi le caratteristiche di un giocatore sono quelle e non è che si possa essere sempre incasellati con precisione totale. Nella difesa a 4 bisogna senz'altro stare più attenti in fase difensiva. Ma a prescindere dal modulo a me piace molto attaccare sia in possesso sia senza palla”.
Recentemente sei stato uno degli attaccanti più pericolosi della squadra: una bella notizia per te, un po’ meno bella se si tratta di valutare complessivamente il gioco.
”(Sorride, ndr) Vengo coinvolto di più nelle azioni e mi fa piacere. Se riesco a dare un contributo con tiri, gol e assist sono solo felice. Se potessi solo attaccare sarei il giocatore più felice al mondo, ma bisogna anche fare attenzione dietro (ride, ndr). Per il resto non sarei troppo severo con i nostri attaccanti: anche se non hanno fatto tantissimi gol danno sempre un contributo importante alla squadra per arrivare all'obiettivo”.
[Dickmann esulta dopo il suo secondo gol stagionale, segnato al Cosenza]
Eugenio Corini, che è stato tuo allenatore a Novara, già nel 2018 disse che avevi potenzialità interessanti quando si trattava di rendersi pericoloso nelle aree avversarie.
”Aveva ragione e infatti mi stimolava molto su questo punto. Il mister a quel tempo mi aspettò perché venivo da un paio di infortuni e mi diede fiducia. Poi quella stagione è finita male perché lui è stato esonerato e noi siamo retrocessi, però è stato un periodo importante e formativo. Sono contento del miglioramento che ho fatto nel tempo, anche se in questa stagione sarebbe stato bello giocare per altri obiettivi, soprattutto perché se ne è un po' parlato nell'arco dei mesi”.
Ne ha parlato soprattutto Tacopina, che ha questa tendenza a puntare sempre molto in alto e in più occasioni ha pronunciato la parola “playoff”. Però dalle tue parole sembra lecito pensare che aveste in mente un campionato un po’ più tranquillo di questo.
”Certo, decisamente più tranquillo. Nell’estate scorsa c'è stata una rivoluzione con tanti giocatori nuovi, ma penso che nessuno - né dentro né fuori alla SPAL - si aspettasse che le cose diventassero così difficili. Quando vanno in questo modo si finisce col farsi tante domande e purtroppo non è facile spiegare le ragioni per le quali questo campionato ha preso una determinata piega. Parlavo prima dei tempi di Novara: là sono retrocesso con una squadra che aveva tanti giocatori importanti, in ogni reparto. Qui ci siamo ritrovati a fare un campionato strano per tanti motivi...”.
Se ne può elencare qualcuno senza causare incidenti diplomatici?
”Eh... è difficile (sospira, ndr). Può darsi che a inizio stagione venisse dato per scontato di fare meno fatica. Però ormai siamo qui, mancano quattro partite, l'obiettivo è uno solo ed è molto chiaro. Non è un bell'obiettivo per chi ha delle ambizioni, ma la situazione è questa. Quindi dobbiamo dare il massimo”.
Viene da pensare che lottare per la salvezza non sia così stimolante.
”Per chi non lo trova stimolante lo deve diventare, non ci sono grandi alternative. A volte magari uno pensa 'Eh ma alla prossima andrà così' e invece si arriva a quattro dalla fine che sei sempre allo stesso punto e devi riprovarci ancora una volta”.
[Dickmann espulso a Monza, foto di Filippo Rubin]
La delusione, almeno tra i tifosi, nasce dal rendimento non proprio eccezionale nelle partite che vi potevano garantire la tranquillità che si cercava. Forse potevate interpretarle meglio.
”Ma no, non direi, almeno non di recente. Ad Alessandria abbiamo fatto una grande prestazione, ma siamo stati sfortunati a prendere due gol come quelli che abbiamo preso. Erano abbastanza evitabili. Anche col Cosenza non mi era sembrato che avessimo fatto così male come si è detto...”.
Diciamo che non sembravate completamente in controllo dal punto di vista psicologico, soprattutto dopo l'1-1.
”Quello sì, però giocarsi un obiettivo così delicato a volte porta ad avere delle difficoltà. In quella partita potevamo essere 1-0 dopo due minuti e invece ci siamo ritrovati sotto. Però credo ci sia un'altra prospettiva da considerare: pur a fronte di episodi a sfavore non abbiamo perso e questo dice che psicologicamente comunque siamo stati in grado di reagire”.
Mettiamo arriviate alla fine a 38-40 punti: sarebbe una quota che in qualunque altro campionato di serie B vi avrebbe costretti ai playout, se non addirittura alla retrocessione diretta. Pensi che una salvezza così sofferta possa incidere sul giudizio che la gente avrà di questo gruppo e dei suoi componenti?
”La gente tanto penserà sempre quello che vuole e arriverebbero comunque delle critiche. A meno di salire in serie A, ovviamente... il che è anche giusto in un certo senso, ma non è scontato da fare”.
Sì, però se aveste fatto una stagione come quella del Como, che si è salvato con cinque turni d’anticipo, non pensi che le critiche sarebbero state meno pesanti?
”Non ne ho idea. In ogni caso deve essere tenuto conto che nella scorsa estate alla SPAL è cambiato praticamente tutto e quello in corso è il primo anno di un progetto che prevede diversi passaggi. Per cui intanto mettiamo le basi per provare a crescere dal prossimo”.
Però Tacopina ha detto che intende riportare la SPAL a lottare per la serie A.
”Eh, speriamo sia davvero così. Di sicuro non mi dispiacerebbe. Il presidente è uno ambizioso e quindi vedremo cosa metterà in piedi”.
Ma com'è il rapporto di Tacopina con la squadra?
“Direi buono: è un presidente che ci tiene molto a far sentire la sua vicinanza e il suo coinvolgimento. Ha un approccio molto giovanile a livello caratteriale. Non è proprio il classico presidente che ci si aspetterebbe di incontrare”.
Però quando si incazza fa paura.
“Sì, direi che non è il caso di farlo arrabbiare… Il suo sguardo in quei momenti cambia completamente. Però giustamente ci tiene tantissimo e quando i risultati non arrivano la prende male. Speriamo di farlo incazzare il meno possibile in futuro (ride, ndr). Più si sorride, più si è felici e più si lavora serenamente a tutti i livelli”.
[In gol contro l’Alessandria, nel girone d’andata. Foto di Filippo Rubin]
Il pubblico sembra averti rivalutato almeno quanto ha fatto la stampa, soprattutto perché hai dato l’impressione di reagire alle critiche senza scomporti, come invece è accaduto nel caso di alcuni tuoi compagni.
”Mi fa piacere se le persone apprezzano quello che faccio vedere in campo. Soprattutto sentirsi apprezzati aiuta ad avere la serenità e le motivazioni per migliorare e mantenere un certo tipo di continuità. Per il resto è un discorso totalmente soggettivo e ci sta che altri reagiscano in maniera diversa ai giudizi. Le critiche non piacciono a nessuno, però ci sono e ci saranno sempre. Alcuni sanno trasformarle in uno stimolo e altri purtroppo le subiscono fino a portarle con loro come un peso. Ma nessuno rimane indifferente quando le cose vanno in maniera diversa da come ce le si aspettava e c’è sempre la volontà di migliorare la situazione”.
Tu però sei arrivato a Ferrara con il carico dell’aspettative del dopo-Lazzari. Questo ti ha creato delle difficoltà?
”Magari corressi come lui... (ride, ndr). Ho caratteristiche diverse, perché io di sicuro non sono in grado di puntare l'avversario e di dargli tre metri in progressione. Quando sono arrivato non posso dire di aver sentito esattamente quel genere di pressione, ma con la SPAL in serie A ho capito la responsabilità di dover sfruttare la mia occasione e di fare quello che serviva per dimostrare di essere all'altezza. Giocare in serie A è il sogno di ogni bambino che inizia col calcio. Poi lo spazio per me si è rivelato limitato e quindi ho scelto di andare al Chievo per averne di più e provare a crescere. Certo è che nel tempo in cui io e Manuel siamo stati compagni di squadra ho cercato a imparare il più possibile e siamo diventati amici, ancora oggi ci sentiamo. È scontato dire che è un giocatore fortissimo e che merita di stare ad alti livelli. Non è facile reggere le pressioni di un ambiente come quello della Lazio”.
Tra le altre cose in questa stagione hai indossato per otto volte la fascia di capitano... cosa significa per te?
”Che sono vecchio (ride, ndr)!. No, dai, è un motivo di orgoglio e di soddisfazione. Ma fascia o non fascia ogni volta che metto la maglia della SPAL voglio fare il massimo”.
Sarai sorpreso dal sapere che alcuni degli altri giocatori in grado di migliorare il loro rendimento tra girone d’andata e quello di ritorno sono Melchiorri e Mancosu. Entrambi, assieme a te e D’Orazio, vengono citati di frequente da Giorgio Basile di Dazn durante le dirette delle competizioni internazionali di freccette. Come minimo è una coincidenza bizzarra.
”Il mio interesse per le freccette è nato nel periodo in cui tutti avevamo il Covid (gennaio 2022, ndr). Ho passato diversi giorni isolato in una stanza d'albergo perché in quel periodo la mia ragazza era incinta e ovviamente dovevamo rimanere separati. In tv c'erano i mondiali di freccette e quindi mi sono appassionato a guardarli. Ma c'era già un gruppetto alla SPAL che giocava regolarmente. Ne facevano parte Ludovico (D'Orazio) e un paio di preparatori (Carlo Voltolini ed Emanuele Tononi). Ora ci sono anch'io, ma non sono né così bravo né così competente. Penso di avere una media di 24-25... una cosa terribile (i giocatori di élite mondiale viaggiano tranquillamente sopra al 90-95, ndr). Ogni giovedì ci sentiamo via Whatsapp per gli appuntamenti della Premier League e qualche volta ci sfidiamo. Ma non capita quasi mai di giocare con Marco (Mancosu) e Federico (Melchiorri) perché loro arrivano al campo sempre con largo anticipo rispetto a noi. Tra di noi abbiamo anche parlato della possibilità di andare ad assistere a una delle tappe finali della Premier, chissà se ci riusciremo. Anche perché ora non è facile spostarsi visto che c'è il bambino...”.
Ecco, appunto, di recente (29 marzo 2022) c'è stata pure questa novità: come va col piccolo Guglielmo?
“Cosa vuoi che ti dica... sarò scontato, ma è davvero una presenza che ti cambia la vita. Uno spettacolo che mi godo ogni giorno. Ogni scelta viene fatta per lui e per il suo futuro. Poi sono fortunato perché, almeno per il momento, alla notte dorme tranquillo”.
Invece nel tuo futuro cosa c'è?
“Intanto il pensiero di chiudere bene questa stagione. Poi ho un altro anno di contratto e se non mi mandano via rimango volentieri. Qui sono felice e non ho motivo di pensare ad altro”.
Anche per stavolta è tutto. La prossima newsletter arriverà tra un mese, quindi tra il 9 e il 10 maggio 2022. Se pensi che possa interessare a qualcun*, usa questo link:
Alla prossima!
Alessandro Orlandin
e la redazione de LoSpallino.com